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La malattia di Alzheimer costituisce almeno il 50% di tutte le forme di demenza.
Con questo termine si intende quel gruppo di malattie caratterizzate da un progressivo declino della memoria e di altre funzioni cognitive, tale da interferire con le attività della vita.
Oggi si ritiene che i nuovi casi di demenza nel nostro paese siano circa 150mila all’anno.
Attualmente le persone affette da malattia di Alzheimer sono circa 600mila.
Nella maggioranza dei casi sono curati a casa.
La malattia di Alzheimer colpisce le cellule del sistema nervoso centrale. E’ caratterizzata dalla morte di cellule celebrali, particolarmente in quelle aree del cervello deputate alla memoria e alle altre funzioni cognitive. Nelle ultime fasi della malattia, la progressiva povertà cellulare si traduce macroscopicamente in atrofia della corteccia cerebrale, cioè in un assottigliamento del tessuto cerebrale visibile anche alla TAC e alla Risonanza Magnetica.
La malattia di Alzheimer è nella stragrande maggioranza dei casi sporadica, cioè non ereditaria.
Fu descritta per la prima volta nel 1906 da Alois Alzheimer, neuropsichiatra tedesco, in una donna di 51 anni che presentava perdita della memoria, cambiamento del carattere, delirio di gelosia, incapacità a provvedere alle cure domestiche.
Fino agli anni '70 si ritenne che la malattia potesse colpire solo le persone al di sotto dei 65 anni : si parlò quindi di "demenza presenile". Solo negli ultimi decenni si è accertato che la malattia di Alzheimer non è esclusiva dell’età presenile, ma anzi è tanto più frequente quanto più aumenta l’età.
Nelle persone che hanno superato i 65 anni la frequenza complessiva (prevalenza) è circa del 7%, negli 80enni del 30% circa. Questa caratteristica della malattia di Alzheimer, unita al costante aumento del numero di anziani tipico della nostra epoca, rende ragione della grande espansione della malattia.
Definizione tratta dal sito dell’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (AIMA)
Vedi anche A.I.M.A. Associazione Italiana Malattia
Centro per la memoria e "Allenamente"